Nel Giappone Imperiale!

Foto centro maratonaDopo ben 5 settimane di inattivita’ competitiva arriva di nuovo il momento di recuperare quattro spille da balia ed appuntare un nuovo pettorale sulla canotta che ormai inizia a mostrare i…buchi del tempo. E’ il turno della maratona di Kyoto, nel cuore del Giappone imperiale. Scelta nata in maniera abbastanza casuale. L’obiettivo primario in origine era la maratona di Moorea in Polinesia programmata per il 21 Febbraio abbinata alle agognate vacanze per il capadonanno cinese. E visto che il viaggio da Shanghai a Tahiti prevede uno scalo a Tokyo perche’ non trovare una maratona e trascorrere un fine settimana in Giappone? Una breve ricerca ed …hopla’, la maratona di Kyoto del 15 Febbraio entra in calendario. Giusto 6 giorni prima di quella di Moorea e giusto il giorno prima del volo da Tokyo a Tahiti….quando uno ha c…!!!! Iscrizione tramite sorteggio (nessun problema! in Giappone gli stranieri sono fortunati con i sorteggi ;)), pianificazione dettagliata del viaggio con aerei ed alberghi prenotati e prima di Natale una vacanza da sogno era bella che pronta. Purtroppo, a meta’ Gennaio arriva la bruttissima notizia che la maratona di Moorea e’ spostata a Maggio e quel capolavoro di programmazione, che era costato tanta fatica va a farsi benedire. Restano ovviamente le due settimane di vacanza e la maratona di Kyoto, non proprio una schifezza ma e’ chiaro che la delusione e’ tanta! Kyoto da maratona di ‘riempimento’ calendario assurge al ruolo di ‘salva’ Febbraio per il mio personalissimo calendario podistico.

Il Pre-gara
La vera maratona per me si svolge il sabato prima della gara. L’obiettivo e’ arrivare personalmente  prima delle 19 al centro maratona per ritirare il pettorale, conditio sine qua non per poter partecipare all’evento il giorno dopo.  La sfida e’ tutt’altro che semplice. Nove ore di tempo per coprire le quasi tre ore di volo da Shanghai a Tokyo (con il primo aereo che decolla solo dopo le 9 del mattino), i 500km che separano Tokyo da Kyoto, il tempo di trasferimento dall’aereoporto di Tokyo alla stazione del treno e quello all’arrivo a Kyoto per raggiungere il centro maratona. In piu’ l’ora persa per il fuso orario. Non proprio una passeggiata…..Si lascia casa alle 6:30 del mattino e nel tragitto per l’aereoporto si prega che non ci sia ritardo dell’aereo.

La giornata inizia bene! Solo 15’ di ritardo, praticamente in orario per gli standard locali! Durante il volo studio dettagliato della brochure della maratona su come raggiungere Kyoto. Brochure che rappresenta una pietra miliare per una maratona per completezza e precisione. Andrebbe usata come riferimento per tutti gli organizzatori di gare in qualsiasi angolo del mondo! Alle 13 si arriva a Tokyo, prelievo valigia, prelievo contanti (fallito!) e acquisto biglietti di metropolitana e treno. Si procede cosi’ velocemente che solo sul treno mi accorgo del costo dei biglietti….Azz’ e quanto costano i treni da queste parti!!!!

Comunque, saranno pure cari ma in quanto a puntualita’ ed efficienza sono di un livello assoluto. Alle 16:58 siamo gia’ a Kyoto! Ben due ore prima della chiusura della fiera, molto meglio del previsto!  Visto che l’albergo e’ di strada si decide di passare prima in albergo per lasciare le valigie. E per poco questa decisione non mi costa la maratona. L’albergo viene raggiunto in pochi minuti da una stazione intermedia della metro, ma non avevamo fatto il conto con la gentilezza, rigorosita’ e professionalita’ del personale dell’albergo, che seguendo alla lettera il protocollo si lanciano in una spiegazione dettagliata di come funziona un Ryokan (tipico albergo giapponese). Quasi un’ora! Alla fine eravamo di nuovo sotto pressione per raggiungere il centro maratona. Di corsa verso la metro e poi, sempre di corsa, verso il centro maratona. Varco la soglia di entrata alle 18:52! Ben otto minuti prima della chiusura! Grande sospiro di sollievo, la maratona e’ salva!!! Anche il centro maratona da l’idea dell’organizzazione giapponese, tutto curato nei dettagli ed a 8 minuti dalla chiusura ancora tutti gli stands sono attivi! Dimostrata la propria identita’ e preso il pettorale si gironzola incuriositi tra gli stands che pubblicizzano prodotti ed eventi sportivi e stili di vita salutari. Gli stranieri partecipanti non devono essere molti vista l’eccitazione che genera il nostro passaggio per gli stand. Non resisto alla tentazione di comprare la nuova versione delle Kayano che non compravo da almeno due anni (quel disgraziato di Marco ormai non mi fa piu’ trovare le mie scarpe preferite!). Restiamo affascinati da un rafano gigante che merita una foto. In uno stand biologico compro una bottiglia di succo di mele organiche, fatto  con processi naturali ecosostenibili (boh!?), dal colore tutt’altro che invitante ma sempre ….eco. Ancora un paio di foto ricordo e ci si avvia verso l’albergo.

centro maratona Kyoto

Il percorso sulla mappaIl rafano gigante

 

Appena usciti dal centro mi rendo conto che le gambe sono stanchissime e che in tutta la giornata, a parte la colazione del mattino, ho mangiato solo un sandwich ed una banana. Non proprio l’alimentazione ideale pre-gara. Decidiamo di mangiare giapponese e cerchiamo una di quelle tipiche ‘bettole’ giapponesi dove mangiare una delle mie preferite ‘noodle soup’ ovvero ‘zuppa di spaghetti’. Nella stazione della metro ne individuiamo una che fa al nostro caso e visto anche l’orario decidiamo di non cercare oltre.

Spaghetti alla giapponese

Dopo la frugale cena, la ricerca di un negozio dove comprare acqua, qualche biscotto ed il caffe’ per la colazione del giorno dopo e quindi si va a letto…anzi a tatami. Dimenticavo…negli alberghi tipici giapponesi non ci sono letti ma dei materassini che vengono adagiati sul pavimento che e’ fatto in fibra naturale e che porta il nome di tatami. Le scarpe non entrano mai in camera, i bagni spesso sono in comune e ci si sposta in vestaglia e ciabatte. Esperienza che vale la pena prvare anche se un tatami non e’ il miglior letto per la vigilia di una maratona, specialmodo per chi non e’ abituato.

Il Ryokan a kyotoTatami

Ryokan hall    colazione alla giapponese

La Gara

La mattina inizia con cielo pumbeo e freddo e la notizia che il Napoli ha perso malamente in quel di Palermo…con questi presupposti ci sarebbe piu’ voglia di restare sul tatami che andare a correre…ma il dovere chiama! Dopo una colazione minimalista, a base di biscotti e caffe’ istantaneo, si va alla partenza. Trenta minuti di metropolitana e treno per arrivare nello stupendo parco sportivo di Kyoto: tre stadi attaccati l’uno all’altro ed immersi in un bellissimo parco. La folla riempie tutti gli spazi ma calma e silenzio regnano sovrani. Eppure ci sono 16mila runners piu’ gli accompagnatori e gli addetti all’organizzazione. Sicuramente piu’ di 20mila persone. Tutto funziona come un orologio. Nella brochure sono meticolosamente riportati la distribuzione e la posizione dei servizi igienici (ben 529 toilette!!!!) e questo fa si che nessuno si azzarda ad utilizzare il parco come servizio igienico naturale. Diciamo anche che il rischio e’ minimo perche’ per un giapponese sarebbe quasi un sacrilegio e i ‘barbari’, che sono la minoranza, intimoriti seguono il disciplinato popolo nipponico. File ordinatissime ai servizi igienici e differenziate per atto grande ed atto piccolo per gestire al meglio il flusso. Nonostante questa fosse la mia settima maratona in Giappone e’ la prima volta che vedo la differenziazione per atto.

Start line Stadio di atletica stadio baseball

La giornata e’ fredda e tira anche vento. La partenza e’ alle nove ma la consegna bagaglio deve avvenire per le 8:20. Mi cambio, decido di correre con la maglie a maniche lunghe e utilizzo un impermeabile di quelli usa e getta per proteggermi dal freddo e dalla pioggia qualora dovesse arrivare. Grazie al buon 3:17’ di due anni fa a Tokyo riesco ancora ad entrare nel primo corral per la partenza e questo mi garantisce che la parte iniziale sara’ senza troppi intoppi. Kyoto e’ forse la citta’ meglio conservata del Giappone. Tra tutte le grandi citta’ giapponesi e’ l’unica ad essere uscita intatta dai bombardamenti della grande guerra e questo le ha permesso di assurgere al ruolo di museo all’aperto della cultura e storia giapponese. Ed il percorso della maratona tocca tutte le maggiori attrazione della citta’: dai templi ai parchi, dai palazzi imperiali ai sacrari della storia giapponese senza dimenticare un passaggio sul lungo fiume che taglia la citta’. Quindi percorso perfetto per un giro turistico un po’ meno per i runners che hanno velleita’ cronometriche (non certamente il mio caso!). Per toccare tutte le attrazioni, il percorso e’ pieno zeppo di ‘giri di boe’ e considerando che le strade non sono proprio larghissime si corre praticamente nel traffico dall’inizio alla fine.

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I 30’ di attesa sulla linea della partenza al freddo (5 gradi alla partenza!!) stimolano effetti fisiologici che costringono a far visita ai primi servizi igienici posizionati a meno di un chilometro dalla partenza. E mi rendo conto che siamo in tanti ad aver subito lo stesso effetto…in fila per fare la pipi’…la sosta costa piu’ di 2 minuti. Poco male visto che non e’ giornata da record. Quando rientro sul percorso mi rendo conto che sono con quelli del terzo corral e va ancora bene perche’ il grosso del traffico e’ ancora alle spalle. Cerco di trovare il ritmo naturale per un’altra maratona ‘easy going’ e godermi il paesaggio offerto da questa bella citta’. Il percorso, relativamente piatto nella fase iniziale, inizia ad essere abbastanza ondulato a partire dal nono chilometro. Questo mi porta a deviare la mia attenzione sul ritmo per evitare dispendi di energia inutili che potrei pagare verso la fine.  Al 15mo chilometro inizia anche a piovere e si tratta di una pioggerellina alquanto gelida che dura quel tanto che basta per inzuppare la maglietta lasciandomi le braccia in una sorta di ghiaccaia naturale. Cerco di bere regolarmente alternando acqua e sali per evitare crampi nella parte finale (il ricordo dei crampi di Seoul e’ ancora molto vivo) e soprattutto cerco di mantenere il mio passo costante. Al 17mo chilometro e’ necessario un altro pit-stop per problemi fisiologici e cosi’ transito alla mezza in 1:59’.

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Considerando le due soste, sono in pieno rispetto della tabella di marcia. La seconda parte, caratterizzata da alcuni chilometri sullo sterrato lungo il fiume e da una lunga salita dal 38 al 40 chilometro prima dell’ennesimo giro di boa, scorre abbastanza tranquilla accompagnata da un paio di scrosci di pioggia. Fatta la riverenza all’imperatore davanti al suo palazzo posizionato esattamente al 40mo chilometro, finalmente si puo’ procedere con gli ultimi due chilometri in discesa e tagliare il traguardo davanti allo shrine piu’ famoso di Kyoto. Il cronomentro dice 3:54’58”, le gambe dicono di essere alquanto stanche e lo stomaco inizia a dare qualche problema. Cerco di sistemare lo stomaco con una banana anche se sarebbe stato meglio un bel te’ caldo che purtroppo manca, recupero la borsa, mi cambio velocemente e dopo uno sguardo ancora ai tanti concorrenti che continuano ad arrivare sul traguardo mi dirigo verso l’albergo. Ad aspettarmi un bagno caldo, giusto premio dopo il tanto freddo del mattino.

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Il Post Gara

Pur non essendoci l’amico Roni, il post gara prevede il solito copione. Riposo per recuperare un po’ di energie, scelta di un ristorante di buon livello per una degna cerimonia della medaglia e pub per concludere la serata. Il riposo e’ alquanto movimentato visto che il tatami non e’ proprio il massimo della morbidezza ma almeno le gambe ringraziano per quelle due ore di riposo. Per il ristorante la scelta cade su un buon giapponese specializzato in carne di manzo trattato alla….giapponese ovvero con tanto di massaggio. La scelta si rileva azzeccatissima! Cena ottima ma tra birra e vino alla fine si decide di saltare la visita al pub e tornare direttamente in albergo. Ci aspetta un’altra notte di tatami ma soprattutto il giorno dopo ci aspetta un altro lunghissimo viaggio, questa volta verso il….mare! E prima di prendere sonno, ancora un pensiero di stizza alla maratona di Moorea spostata in maniera indegna….sarebbe stata una bellissima doppietta: due maratone in sei giorni in due emisferi diversi. Ma non fa niente tra poco inizieranno le….idi di Marzo e un po’ di riposo non dovrebbe far male!

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