Anno nuovo…Maratone Nuove….

Il 2015 da maratoneta inizia con la trasferta in Qatar per partecipare alla Ooredoo Marathon 2015. Sicuramente non proprio una trasferta dietro l’angolo…10 ore di volo da Shanghai che vengono alla fine di una quattro giorni di fuoco tra viaggi, riunioni di lavoro, pranzi e cene senza aver mai visto le scarpette da runner. D’altra parte, se si vuole correre in quest’angolo del mondo, questi sono gli unici due mesi in cui e’ possibile e quindi nessuna possibilita’ di spostare! Si va!

Il pre-gara

Arriviamo alle 5 del mattino e ci aspettiamo di trovare il caldo del deserto invece troviamo una bella nebbia ed una temperature di 12 gradi. Iniziamo a pensare che le condizioni sono ideali per la corsa ma sara’ un penisero di breve durata….dopo un’ora la nebbiolina e’ scomparsa, il buio e’ andato via e fratello sole gia’ minaccia con la sua presenza all’orizzonte. Visto che la camera dell’albergo non e’ ancora pronta, decido di mettere scarpette e pantaloncini e di fare una corsettina per svegliare le gambe anchilosate dal lungo viaggio. Prima pero’ ci assicuriamo che e’ possibile correre in pantaloncini…da queste parti non si sa mai….e dopo la conferma si va. Un’ora di corsa sul lungomare di Doha, dal lato del villaggio di Katara, mi fa capire che domani ci sara’ da soffrire. Il sole picchia gia’ alle sette e mezza del mattino anche se, ringraziando Dio (o Allah), non c’e’ umidita’! Mezz’ora di palestra, doccia, colazione e siamo pronti per prelievo pacco gara e giro turistico della citta’.

Il tassista ghanese ci da qualche utile consiglio su come vedere i punti significativi della citta’ in modo rapido ed efficace e quindi decidiamo di assoldarlo come autista privato per la mattinata. Il prelievo del pacco gara e’ piu’ veloce della luce…banchetto semplice nell’atrio del quartier generale dello sponsor della gara, verifica documenti e consegna del pettorale e delle 4 spillette. Veniamo informati che il pacco gara lo riceveremo alla fine…sembra di essere dalle parti di Caserta 35 anni fa….prima si suda e poi si riceve il pacco gara. Ma va bene cosi.

Anche il giro turistico della citta’ e’ molto veloce. Una puntatina al museo dell’arte islamica, ma non essendo preparati in arte e refrattari ai temi religiosi, decidiamo di ammirarlo dall’esterno. Quindi passaggio per la maggiore moschea della citta’, anche qui evitando rigorosamente l’entrata, dopodiche’ puntiamo verso il Suk.

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La maratona di Doha e’ indicata nel nostro calendario podistico come “easy-going” ovvero e’ ammesso la birra come integratore. E visto che da queste parti le bevande alcoliche si trovano solo negli alberghi e nel Suk ci sono diversi alberghi, ci dirigiamo da quelle parti con la convinzione che presto saremo seduti su qualche terrazza a goderci una bella birra fredda….restera’ un’illusione! Albergo dopo albergo, iniziamo a capire che da queste parti la birra scarseggia come l’acqua nel deserto…. ed alla fine solo grazie all’indicazione di un compassionevole portiere d’albergo di origine slava, capiamo che dobbiamo andare via dal Suk e dirigerci verso un albergo a 5 stelle internazionale. Al Marriott, nostra prima tappa, confermano l’esistenza del bar ed anche la selezione di birre alla spina….purtroppo apre dopo le 18….chiediamo a Betty, concierge di origine africana, di fare una verifica telefonica negli altri alberghi a 5 stelle della citta’ alla ricerca di un bar aperto con standard internazionali….niente da fare, tutti i bar aprono dopo le 17 e sono solo le 15…. Alla fine, Betty ci suggerisce di visitare il loro ristorante dove potremo ordinare una birra…non sara’ alla spina ma meglio di niente. La cortese e simpatica cameriera delle filippine, ci serve la birra e ci racconta un po’ della vita a Doha….sembra non proprio il massimo per persone che utilizzano uno standard occidentale ma anche per lei, come per gli altri, un paio di anni di sacrifici per una discreta paga si puo’ fare.

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Avendo visto quello che c’era da vedere della citta’ ed estinta la sete, decidiamo di rientrare in albergo per un pisolino ristoratore. La sera decidiamo di provare la cucina Armeno-Libanese come ristorante pre-gara. Simpatica esperienza, cibo buono ed ambiente tipico ma anche qui niente alcool…al massimo una coca cola. Alle 9, dopo un sopralluogo in zona partenza e l’acquisto del necessario per la notte, decidiamo di ritornare in albergo ed andare a letto. Solo quando siamo a letto ci ricordiamo di esserci dimenticati di comprare la crema solare. Chiediamo alla reception se possono mandare qualcuno a comprarla. Il solerte personale non ci pensa due volte, anche se questo ci costa una sveglia a mezzanotte per la consegna in camera della crema…non potevano aspettare la mattina???

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La gara

La giornata si preannuncia subito ventosa e soleggiata. Quando lasciamo l’albergo alle 6 per avviarci alla partenza il buio e’ gia’ scomparso. La temperatura di 12 gradi si sente tutta sui nostri ignudi arti ma si tratta di resistere 30’ per la partenza. Pochi minuti prima ci viene comunicato che la partenza sara’ ritardata di 30’. Una partenza di una maratona su un lungomare ha sempre il suo fascino anche se stavolta non era possibile apprezzarlo. Troppo vento e la temperatura relativamente bassa fanno battere i denti dal freddo…incredibile! Alla prima mezz’ora di ritardo se ne aggiunge subito un’altra cosi restiamo praticamente un’ora al vento senza alcun riparo. Ma saranno gli unici brividi di freddo della giornata.

 

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Appena si parte, bastano due chilometri ed il freddo e’ gia’ dimenticato. Il percorso non e’ dei piu’ esaltanti: si tratta di un percorso da 10.5km da percorrere avanti ed indietro 2 volte…quindi si passa per ogni punto ben 4 volte….va bene che siamo su un bel lungomare e che lo skyline di Doha e’ da ammirare ma visto 4 volte in meno di 4 ore e’ sicuramente troppo anche per gli amanti del vetro ed acciaio. Ma il vero problema e’ il vento: mentre le due andate sono con vento in poppa, i due ritorni sono accompagnati da un vento di testa piuttosto intenso e dopo i 33km diventa un compagno di viaggio di cui avrei fatto volentieri a meno.

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Cerco di mantenere un passo quanto piu’ regolare possibile cercando di fare un buon ‘lungo’ evitando qualsiasi tentazione di classifica. Premiano i primi 5 di categoria e con il numero esiguo di partecipanti si potrebbe entrare nella premiazione di categoria con un po’ di sofferenza. Ma resisto alla tentazione di gesti da campione e con un passo da metronomo chiudo in 3:55’, con due meta’ corse esattamente nello stesso tempo: 1:57’. Non male considerando il disturbo del vento e l’alta temperatura. All’arrivo non riusciamo a capire quale e’ la nostra posizione.

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Pensiamo di esserci classificati bene perche’ il percorso permetteva di monitorare costantemente la propria posizione dovendo incrociare per ben tre volte la testa di gara e non avevamo visto troppi ‘vecchietti’ davanti. Ma l’organizzazione ci dice che bisogna aspettare un paio di ore per avere le classifiche finali. Troppo per noi….troppo complicato per noi il Qatar…e quindi decidiamo di prendere l’aereo e di spostarci nel vicino Bahrein. Voci dicono che da quelle parti si e’ un po’ piu’ flessibili su certi barbari costumi occidentali. Cosi questo diventa il primo viaggio dove corriamo la maratona in uno stato e celebramo l’evento in un altro stato!

Il post gara

Quindi si torna in albergo, breve bagno nelle acque fredde ma ristoratrici della spiaggia dell’albergo, un paio di birre nel ristorante per reidatrarci e via verso l’aereoporto.

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Questa volta e’ un tassista sudafricano a darci qualche altro dettaglio della vita locale….ancora una conferma che bisogna adattarsi non poco da queste parti….ma intanto una domanda inizia a farsi spazio nella mia mente….ma esistono i qatarioti? In due giorni abbiamo incontrato gente di mezzo mondo da queste parti ma nessun locale!

Il Bahrein ci accoglie con un autista del ‘posto’, che guida come Raikonnen e che in 20’ ci da una lezione di storia sul medio oriente. Dividendo i bravi dai cattivi, i belli dai brutti e per fortuna elencando anche quali posti visitare in una giornata. Festeggiamo la maratona in un bellissimo ristorante italiano dove mangiamo e beviamo veramente bene e dopo si va a verificare se i pub irlandesi del Bahrein rispecchiano i canoni classici. Alla fine non possiamo lamentarci…grande varieta’ di birra ed alcolici, buona musica e tanta gente…come sembra lontano il Qatar…

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Il giorno dopo visita al Suk locale, a quello che rimane di un vecchio forte portoghese ed alla maesosta moschea del posto. Qui abbiamo fatto l’errore di entrare e ci siamo dovuti sorbire 30’ di lezione di religione da parte di un fervente musulmano, francamente un po’ troppo per noi poveri peccatori….

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Alla fine per riprenderci si va al Hard Rock Café dove possiamo finalmente annegare tutti i nostri peccati….. Prima di essere troppo ‘brilli’ ci avviamo verso l’aereoporto, ancora uno scalo a Doha per la coincidenza e via verso casa…..intanto mi accorgo che tra due giorni devo tornare di nuovo in Italia e domenica saro’ a Milano….vuoi vedere che riesco a trovare una 10k dove testare un po’ di velocita’?!?!

Due giorni dopo sapremo che Roni e’ stato il primo di categoria con il suo brillante 3:28’ ed io mi sono classificato quinto. Entrambi saremo saliti sul podio….sara’ per un’altra volta….tanto sarebbe stato un podio….asciutto!

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